L’articolo descrive una applicazione che sfrutta le caratteristiche molecolari della seta. La seta, prodotta dal baco della seta, Bombyx mori, è una fibra che oltre alle ben note applicazioni tessili offre diverse applicazioni a causa delle sue caratteristiche molecolari che rendono questo materiale particolarmente adeguato per le applicazioni ad alto livello tecnologico. La seta, un materiale dalle straordinarie caratteristiche meccaniche, è composta da una proteina polimerica chiamata fibroina.

Lo studio descrive un metodo semplice ed effettivo dal punto di vista dei costi che consente la preparazione di film microstrutturati di proteina pura in condizioni ambientali normali. È stato possibile ottenere una tale disposizione spaziale delle molecole di fibroina della seta sfruttando le caratteristiche di auto organizzazione di molecole polimeriche in film microporoso, la cosiddetta formazione di breath figures, per costruire una morfologia specifica che viene poi in seguito trasferita alla seta. La metodologia include da due fino a quattro passaggi litografici a seconda del pattern di superficie che si desidera ottenere. In questa maniera si possono ottenere diverse architetture come per esempio serie di microlenti concave o convesse piuttosto che serie di bolle ordinate in maniera esagonale. Con questa metodologia è possibile ottenere con un livello di precisione elevata dei film trasparenti e stabili di seta con pattern di superficie ordinata che possono essere sfruttati per lo sviluppo di nuovi sistemi biocompatibili.

In cosmetologia l’interesse è elevato sia per lo skin care che per make up innovativo.

Precise surface patterning of silk fibroin films by breath figures

Galeotti F., Andicsova A., Yunus S., Botta C.
CNR-Istituto per lo Studio delle Macromolecole (ISMAC), Milano, Italia
Polo Scientifico e Tecnologico (PTS), CNR, Milano, Italia
Université Catholique de Louvain, Belgium
Soft Matter, Vol. 8(17), 2012, pp.4815-4821
http://pubs.rsc.org/en/Content/ArticleLanding/2012/SM/C2SM25089F
Keywords: seta, fibroina, nuovi materiali, autoassemblaggio, strutture tridimensionali