“Effetto di ringiovanimento della superficie di un estratto di Achillea millefolium”


S. Pain, C. Altobelli, A. Boher, L. Cittadini, M. Favre-Mercuret, C. Gaillard, B. Sohm, B. Vogelgesang, V. André-Frei
BASF Beauty Care Solutions France SAS, Lyon, France
International Journal of Cosmetic Science Vol. 33, pp. 535–542 (2011)
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1468-2494.2011.00667.x/abstract

Keywords: Achillea millefolium, Anti-ageing, Apidermide, Proopiomelanocortina.

 

Sommario

La proopiomelanocortina (POMC) è un peptide-precursore ad una serie di differenti neuropeptidi fra i quali l’ormone adrenocorticotropo (ACTH) e le β-endorfine. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che i peptidi POMC-derivati possono essere anche sintetizzati a livello dell’epidermide umana ove modulano  numerose  funzioni della pelle. In precedenza gli autori dello studio avevano osservato che la sintesi del recettore 2 per la melanocortina, del recettore 1 per i μ-oppioidi, dei recettori per l’ACTH e per le β-endorfine diminuisce con l’invecchiamento dell’epidermide umana.

 

Nello studio è stato selezionato un principio attivo (nome INCI: estratto di Achillea millefolium) in grado di up-regolare l’espressione genica dei recettori di cui sopra. Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare l’effetto dell’estratto di A. millefolium sul pattern di espressione dei vari marcatori di differenziazione epidermica in modelli ex-vivo, ovvero in biopsie di pelle umana normale. L’analisi quantitativa delle immagini è stata usata in prima istanza per valutare l’efficacia del principio attivo. In secondo istanza è stata anche valutata la capacità di questo nel ringiovanire l’aspetto della superficie della pelle in-vivo. I risultati della ricerca dimostrano un miglioramento del profilo di espressione di citocheratina 10, di transglutaminasi-1 e di filaggrina nelle biopsie in coltura così come pure un aumento dello spessore epidermico.

 

Nello studio in-vivo, dopo 2 mesi di trattamento con estratto di A. millefolium al 2%, si ha un miglioramento significativo dell’aspetto delle rughe e dei pori rispetto al campione soggetto al trattamento con placebo. I risultati sono stati migliori di quelli ottenuti con l’acido glicolico, che è stato scelto come molecola di riferimento.