A volte dal parrucchiere ci vorrebbe un interprete. Tutta colpa di certi neologismi alla moda per indicare le tecniche di colorazione dei capelli. Il 2017 sarà ricco di tendenze tricologiche dai nomi stravaganti, scopriamone insieme alcune:

  1. Shatush o chatouche
    Questa tecnica vuole riprodurre la schiaritura naturale dei capelli al sole e deve il suo nome al francese “nuvola”. Il primo passaggio di uno shatush a regola d’arte infatti, prevede la cotonatura completa dei capelli. Partendo dalle punte, viene poi applicata sulle lunghezze una miscela fino a 3 volte più chiara della base. L’effetto è quello di un contrasto acceso tra la parte alta scura e quella finale più chiara. Lontane dall’attaccatura dei capelli, le devote dello shatush saranno libere dalla temuta ricrescita.
  2. Balayage
    Dal francese “spazzare”, questa tecnica nasce in Francia negli anni ’70 e ritorna in auge recentemente. Ancora una volta l’obiettivo è riprodurre l’effetto naturale di chiome appena rientrate dal mare. A differenza dello shatush, il balayage non è da applicare in modo uniforme sulle punte ma, con una spatola, su piccole porzioni di capelli dalla nuca in giù. Per facilitare la stesura della tinta la capigliatura viene divisa in ciocche a formare i bracci di un stella. Rispetto allo shatush il contrasto tra radici e lunghezze è meno netto e la chioma ne risulta illuminata in modo più naturale e uniforme. Una variante in voga è il flamboyage che, come dice il nome, infiamma la capigliatura spingendo sull’acceleratore dei contrasti con colori più decisi.
  3. Bronde, blorange e ronze
    Questi strani termini segnalano le tinte intermedie tra un colore e l’altro. Il bronde, misto di “brown” e “blonde” comprende tutte le sfumature del caramello ed è un vero must di molte dive del cinema. Il blorange è una tinta complessa da realizzare senza sembrare artificiale, si tratta infatti di un biondo aranciato. Il ronze invece si muove nel dominio dei rossi ed è il punto di incontro tra bronzo e biondo.
  4. Denim hair, grey hair, unicorn hair
    Eccoci nel regno delle tinte pazze. Già, perché nel 2017 in fatto di colorazioni, tutto è lecito, a patto che sia ben fatto. Tutte le tendenze giocano su sfumature e accenni pastello. Denim hair cerca di mimare i toni azzurri e blu dei jeans. Grey hair o ash hair, invece, sdogana le chiome canute anche sulle giovanissime, creando un contrasto da molti ritenuto affascinante e misterioso. In linea con la mania degli unicorni arrivano anche gli unicorn hair che mescolano artisticamente i colori dell’arcobaleno con un risultato super pop. Maestro del genere è Guy Tang, “hair artist” di Hollywood noto per le sue tinture sfumate che sembrano riprodurre le pennellate di un quadro impressionista.
  5. Splashlight e dip dye
    Lo splashlight, apprezzato da molte star come Beyoncé e Drew Berrymore, si concentra sulla parte alta della chioma illuminandola con un flash di luce. La seconda tecnica, nota come “dip dye” o “hair dip” è invece è dedicata alle punte e riproduce l’effetto di capelli immersi nel colore creando uno stacco netto e lineare tra un finale scuro e un’attaccatura chiara o viceversa.