• Nell’antico Egitto per tingere i capelli si usava l’henné, lo dimostra il colore rosso ramato della capigliatura di alcune mummie femminili ritrovate.
  • In Grecia, invece, erano molto diffuse le tinture vegetali. Per scurire i capelli grigi e bianchi venivano intinti nell’aceto dei pettini di piombo.
  • Nell’antica Roma la tintura dei capelli era molto in voga e serviva a mascherare i segni della età. I colori preferiti erano il nero, il biondo e il rosso. Per schiarire la chioma veniva utilizzato un sapone a base di sego e cenere “sapo”, oppure dei fiori di camomilla o dei tuorli d’uovo che davano dei riflessi dorati.
  • Per scurire i capelli si usavano dei coloranti derivati dall’antimonio nero misto a grasso animale, oppure la cenere di assenzio mescolato a olio di rosa. Si applicava anche un infuso di foglie di cipresso e di aceto per rinvigorire le chiome corvine.
  • Per avere i capelli rosso tiziano si applicava sulla chioma una polvere ottenuta delle foglie di Lawsonia inermis, ovvero l’henné.
  • Nel Rinascimento, la maggior parte dei pittori raffigurava la donna con una cascata di capelli biondi. Erano soprattutto le veneziane a conoscere i segreti della colorazione. Per avere la chioma d’oro si applicava sui capelli un intruglio a base di fiori di lupino mescolato allo zafferano e altri ingredienti che veniva asciugato al sole. Per mantenere la carnagione chiara indossavano un copricapo provvisto solo di tesa.
  • Nel Seicento e nel Settecento, la Francia, in particolare Parigi, era considerata il centro del buon gusto europeo. I primi negozi di parrucchiere sorsero nella ville lumiere e da comuni “parrucai” diventarono raffinati coiffeur.
  • L’uso di henné come colorante per i capelli è stato riscontrato per la prima volta intorno al 1400-1500 a.C.
  • Nel XVIII secolo il bianco, l’azzurro e il rosa erano colori comuni per i capelli. Erano ricavati dalla farina o piante polverizzate e spruzzate su folte parrucche.
  • La parola indiana “chàmpo” significa “massaggio della testa” e nella prima parte dell’800 un imprenditore bengalese, Sake Dean Mahomed, importò in Inghilterra la pratica del massaggio del cuoio capelluto con olio per capelli. I parrucchieri inglesi ricavarono i primi shampoo bollendo sapone grattato nell’acqua calda e aggiungendo erbe per dare profumo ai capelli.