“Proposta per una strategia di testing della irritazione oculare avente lo scopo di per ridurre e sostituire gli studi in-vivo utilizzando approcci bottom-up e top-down”

Review

Laurie Scott, Eskes Chantra, Hoffmann Sebastian, et al.
Toxicology in Vitro Vol. 24:1-9 (2010)
http://dx.doi.org/10.1016/j.tiv.2009.05.019

Keywords: irritazione oculare, test alternativi in-vitro.

 

Sommario

Nonostante 20 anni di sforzi sino ad ora non è stato possibile sviluppare e validare nessun test alternativo in-vitro che potesse sostituire il test di Draize per l’irritazione oculare. Ciononostante,  le aziende hanno utilizzato metodi in vitro per lo screening nuove formulazioni e in alcuni casi, la loro valutazione primaria del potenziale di irritazione oculare per molti anni. Questa review presenta gli esiti della riunione di esperti convocata il 2005 presso l’ECVAM del CCR di Ispra (VA) allo scopo di individuare strategie di test per l’irritazione degli occhi. Durante il workshop gli sviluppatori / gli utenti dei metodi di testing sono stati invitati ad individuare i metodi che possano essere considerati come base per l’identificazione di strategie di sperimentali adeguate. I vari saggi sono stati valutati e classificati in base al loro domini di applicabilità  proposti (ad esempio, le categorie di severità dell’irritazione, le modalità di azione, la classe chimica, le compatibilità fisico-chimiche). Le analisi si sono basate sui dati derivanti dalla prassi abituale e da studi pubblicati, la capacità di predire la profondità delle lesioni (entro la gamma applicabile di severità), le modalità di intervento che potrebbero essere affrontate e la compatibilità con le forme fisico-chimiche diverse. E’ stata sottolineata la difficoltà nel predire la categoria media d’irritazione. Lo schema di testing propone l’utilizzo di una progressione di test in-vitro bottom-up (che prevede di iniziare con l’utilizzo di metodi di testing atti ad identificare i non-irritanti) o di una progressione top-down (che prevede di iniziare con l’utilizzo di metodi di testing che possano identificare gli irritanti acuti). Indipendentemente dal punto di partenza, l’approccio sarebbe in grado di individuare gli agenti non-irritanti e gli irritanti più aggressivi, facendo classificare tutti gli altri composti nella classe degli irritanti lievi/moderati GHS 2/R36.