Consentono di raggiungere risultati altrimenti impossibili e di creare cose che un tempo sembravano irrealistiche, ma alle quali oggi non potremmo più rinunciare: tessuti che non si scoloriscono, vetri autopulenti, impianti e protesi biocompatibili, pannelli solari, sistemi di rilascio di farmaci. Ecco perché, negli ultimi anni, il ricorso alle nanotecnologie e l’uso di nanomateriali si stanno diffondendo rapidamente in diversi settori, da quello della biologia a quello dell’elettronica, da quello della fisica a quello dell’ingegneria. Anche l’industria cosmetica da qualche tempo sta andando in questa direzione sviluppando, attraverso l’impiego delle nanotecnologie, ulteriori vantaggi e benefici dei cosmetici.

La definizione di nanotecnologie

Dare una definizione univoca e precisa del termine nanotecnologia è difficile. Si tratta, infatti, di un vocabolo generale che indica tutte le discipline scientifiche in grado di trattare e sviluppare i materiali a livello di un miliardesimo di metro: i cosiddetti nanomateriali, le particelle più piccole appunto (di misura da 1 a 100 nanometri).

Molti credono che i nanomateriali siano frutto esclusivamente di procedimenti di laboratorio. In realtà, i nanomateriali sono presenti anche in natura, un po’ ovunque nell’ambiente: solo per fare alcuni esempi, contengono nanomateriali, il latte materno, gli spruzzi dell’acqua di mare, molti tipi di argille minerali. Fra quelli creati grazie alla tecnologia, i nanomateriali più conosciuti sono i componenti dei microcircuiti dei computer, i traccianti per immagini impiegati nel campo biomedico, i componenti delle strutture delle ali degli aerei. I nanomateriali, da qualche anno, sono usati anche dall’industria cosmetica.