Dal francese “spazzare”, questa tecnica di colorazione nasce in Francia negli anni ’70 e ritorna in auge recentemente. Ancora una volta l’obiettivo è riprodurre l’effetto naturale di chiome appena rientrate dal mare. A differenza dello shatush, il balayage non è da applicare in modo uniforme sulle punte ma, con una spatola, su piccole porzioni di capelli dalla nuca in giù. Per facilitare la stesura della tinta la capigliatura viene divisa in ciocche a formare i bracci di un stella. Rispetto allo shatush il contrasto tra radici e lunghezze è meno netto e la chioma ne risulta illuminata in modo più naturale e uniforme. Una variante in voga è il flamboyage che, come dice il nome, infiamma la capigliatura spingendo sull’acceleratore dei contrasti con colori più decisi.