Innanzitutto occorre sospendere l’uso del prodotto. Se il problema persiste, è bene rivolgersi a un dermatologo o a un allergologo, se possibile portando con sé il prodotto utilizzato. Solo uno specialista, infatti, è in grado di stabilire che cosa è successo e di capire il problema di fondo. A questo scopo, è importante fornire il maggior numero possibile di informazioni al medico, in merito ai sintomi, all’area di applicazione e al tempo di esposizione al cosmetico. Inoltre, quella che al consumatore sembra una reazione avversa a un cosmetico, potrebbe anche derivare da cause diverse. Per tale ragione è essenziale informare lo specialista in merito a tutti i tipi di prodotti, quindi non solo cosmetici, con cui siete venuti in contatto prima della reazione cutanea.
Per migliorare la situazione locale, quindi per curare rossori, gonfiori e pruriti della cute, sono utili pomate con cortisone che, in base all’entità del disturbo, possono essere di bassa, media o alta attività antinfiammatoria. Vanno prescritte esclusivamente dal medico, che stabilisce anche la durata della cura. Se è presente un forte prurito, il medico può prescrive anche degli antistaminici, da prendere per bocca.
Deve sempre leggere con attenzione l’etichetta dei cosmetici che intende acquistare. Sulla confezione, infatti, sono riportati tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto, oltre alle 26 sostanze individuate come potenziali allergizzanti dal Comitato Scientifico della Commissione Europea. Basta, dunque, questo semplice comportamento per evitare di acquistare prodotti che potrebbero scatenare reazioni indesiderate.
Gli ingredienti del prodotto cosmetico sono espressi secondo un codice internazionale, detto INCI (International Nomenclature for Cosmetic Ingredients), unico non solo per tutti i paesi della UE, ma anche per USA, Canada, Russia, Svizzera, Turchia, Arabia Saudita, Singapore, Brasile, Argentina, Sudafrica e molti altri ancora. Questa nomenclatura contiene alcuni termini in latino (derivati botanici e biologici, nomi comuni presenti nella farmacopea), la maggioranza in inglese (nomi tecnici delle sostanze chimiche) e combinazioni di lettere e numeri (es. coloranti CI 45430). Può essere poco comprensibile per il comune consumatore, ma non lo è per le persone che hanno problemi di sensibilità, irritazioni o allergie cutanee. Il loro dermatologo o allergologo, infatti, avrà fornito loro la lista degli ingredienti a rischio, usano il nome INCI. Quindi, chi effettivamente ha necessità di conoscere la composizione di un prodotto, può prevenire problemi leggendo la lista degli ingredienti. E lo può fare in qualsiasi parte d’Europa e nella gran parte del mondo: grazie al codice INCI, infatti, gli ingredienti hanno lo stesso nome.
Le sostanze profumanti sono preparazioni complesse create da aziende specializzate. In genere, il produttore dei cosmetici compra le formulazioni già finite. Ogni profumo può contenere moltissimi componenti (in media da 30 a 50 e in alcuni casi fino a 200), che possono essere di sintesi oppure di derivazione naturale. Per questo la legge stabilisce che in etichetta non è necessario elencarli tutti, ad eccezione di quelli che rientrano nell’elenco dei potenziali allergeni individuati dal Comitato Scientifico sulla Sicurezza dei Consumatori della Commissione Europea (SCCS).
Assolutamente no. Come tutti gli ingredienti utilizzati nei cosmetici, anche queste sostanze sono state sottoposte a una valutazione della sicurezza, che ha escluso rischi per i consumatori. Se non ci fosse questo margine di sicurezza, le sostanze non potrebbero essere utilizzate. Semplicemente, hanno più possibilità di scatenare allergie rispetto agli altri ingredienti.
Naturalmente. Potenzialmente, qualsiasi sostanza, non solo quelle contenute nei cosmetici, ma in qualunque prodotto, può scatenare allergie o irritazioni nelle persone predisposte.
Nelle persone predisposte sì, come può fare qualsiasi altro tipo di sostanza. Per questo, i consumatori che sanno di essere sensibili a determinati ingredienti contenuti nelle tinture dovrebbero leggere con attenzione le etichette o segnalarlo al proprio parrucchiere. Tutti gli altri dovrebbero comunque osservare piccole precauzioni, come rispettare le istruzioni riportate in etichetta, usare i guanti per applicare i coloranti, evitarli se il cuoio capelluto è irritato, danneggiato o particolarmente sensibile, non farli entrare in contatto con gli occhi (in questo caso sciacquare immediatamente con abbondante acqua).
Assolutamente no. Tutti i prodotti in commercio sono sicuri, perché sottoposti a precise valutazioni. La scritta naturale, in genere, implica che gli ingredienti utilizzati sono estratti direttamente da piante o animali, invece che essere sintetizzati.
È sempre utile leggere bene quanto riportato in etichetta e rispettare i consigli e le istruzioni date. Può essere utile anche effettuare un piccolo test per scoprire se un nuovo prodotto cosmetico può dare problemi alla cute. Si può applicare una piccola quantità del nuovo prodotto vicino ai polsi e lasciarla in sede per un paio di giorni. Se non compaiono rossore e prurito, il prodotto dovrebbe essere ben tollerato.
No. Ad esempio l’eugenolo è contenuto nell’olio di garofano e nel basilico, il geraniolo e il citronellolo sono ampiamente diffusi in natura (geranio, rosa bulgara). Il geraniolo, in particolare, è presente in alcune uve, insieme ad altri alcoli terpenici quali il linalolo, e contribuisce a determinare l’aroma fruttato di alcuni vini. La cumarina è inclusa in integratori per la sua attività sul microcircolo. L’alcool anisilico, utilizzato nelle gelatine e nei budini, è contenuto nel miele e nei pomodori. L’alcool benzilico, presente in diverse specie di frutta e verdure, è utilizzato in prodotti alimentari ed impiegato come aromatizzante nei tabacchi. Il benzoato di benzile/cinnamato di benzile contenuto nel Balsamo del Perù è un’oleoresina, ancora usata in alcuni farmaci topici.
La percentuale di allergie cutanee indotte dal cosmetico non è certamente aumentata nella popolazione semmai aumentando il consumo di prodotti si potrebbe dire che il numero assoluto di eventi indesiderati tenda a crescere di conseguenza. Tuttavia l’obbligo di riportare in etichetta, oltre agli ingredienti, i 26 allergeni permette al medico dermatologo di dare al consumatore di per sé allergico ancora più informazioni per evitare reazioni avverse.