Valentina Senatore ha venticinque anni e con la sua tesi di laurea ha aperto la strada – accadrà fra qualche anno e dopo ulteriori studi e verifiche – all’utilizzo in cosmetologia della melissa officinalis, sostanza naturale con proprietà antimicrobiche e antiossidanti.

Giovani ricercatori crescono

Senatore è la più giovane dei tre vincitori del premio Unipro “La Ricerca Cosmetologica: Università e Industria”, assegnato alla Fiera Cosmoprof di Bologna. E pensare che, da matricola all’università, la premiata voleva fare Medicina. “Decisi che avrei rifatto il test d’ingresso l’anno successivo e mi iscrissi a Farmacia”, racconta. La sua strada l’ha trovata così, quasi per caso. “Ma dopo un anno di farmacia avevo già deciso di continuare in quella direzione. Vede, il mio è un campo affascinante che richiede una assoluta serietà professionale”, spiega con la voce allegra e l’accento di Salerno, città dove ha sede l’Ateneo in cui si è laureata. “E’ una disciplina appassionante. Inoltre ho avuto l’occasione da giovanissima di fare una tesi di ricerca e l’ho presa al volo”.

Non che avesse premi o riconoscimenti nel mirino, Valentina, mentre per mesi testava in laboratorio le qualità di un estratto naturale, la melissa officinalis, molto promettente per future applicazioni nel campo cosmetologico. La serietà professionale di cui parla con entusiasmo, dall’alto dei suoi 25 anni, è proprio una qualità ineffabile della Ricerca: l’essere parte di un processo meticoloso e paziente.

“Dopo di me, altri condurranno degli studi su quella specifica sostanza e la sottoporranno a nuove verifiche”. Senatore ha fatto test in vitro e di irritazione cutanea su questo estratto a base di acido rosmarinico. Un giorno, il consumatore potrà trarre dal suo lavoro un bel vantaggio. “Quasi tutti i disinfettanti sono a base chimica e dunque sono più aggressivi rispetto agli estratti naturali come questo, che ha proprietà antispasmodiche, sedative e antimicrobiche. Altri si occuperanno, a partire dalla mia tesi di laurea, di elaborare un’appropriata formulazione cosmetica per la produzione di creme e unguenti che ridurrano drasticamente le possibilità di irritazione cutanea”.

Al momento Senatore lavora a Roma in una farmacia. Ha insomma abbandonato la Ricerca? “Niente affatto! La voglia di rimanere in quest’ambito c’è eccome. Sono in attesa di accedere a un posto di dottorato, e in Italia non sono tantissimi quelli disponibili. Intanto mi dedico a questa esperienza in farmacia che mi sarà molto utile, magari imparando dal nostro preparatore cosmetico”. E del futuro, che sia da ricercatrice accademica o nei laboratori delle aziende, non si preoccupa. “Le università italiane oggi funzionano in maniera diversa da un tempo, hanno creato in molti casi ottimi legami con le imprese. Dunque perché no, magari il mio futuro sarà in azienda, dove gli stipendi per inciso sono anche un po’ più alti… E se arrivasse un’offerta dall’estero, la valuterei.”

Sicurezza e ingredienti cosmetici

Poiché la cosmetologia è una disciplina che ne incrocia altre – farmacia, chimica, biotecnologie – non stupisce la varietà dei percorsi professionali delle nuove leve.     Mariafrancesca Catalano, ventinove anni, è la vincitrice del premio Unipro per la categoria dei dottorandi. Ha concluso il suo dottorato esplorando l’efficacia e la sicurezza degli ingredienti di uso cosmetico ma oggi lavora in un centro sanitario di Genova, città in cui ha conseguito il dottorato, dove fa ricerca clinica. “La cosa più importante per me è la stabilità. Ho intenzione di iscrivermi alla specializzazione di laboratorio in scienze alimentari e rimanere dalle mie parti nel proseguimento della carriera. So che Genova offre meno possibilità rispetto a Milano, per esempio, ma ci provo”. Anche lei, come la sua più giovane collega, è rimasta folgorata dall’indagare in laboratorio. “Della Ricerca mi piace la manualità: la coltivazione delle cellule, l’estrazione del dna, passaggi molto delicati”.

Nei quattro anni della sua tesi Catalano ha somministrato nell’endotelio e in tre strati della pelle, da lei differenziati, delle sostanze presenti in alcuni cosmetici per valutarne le risposte infiammatorie e l’efficacia caso per caso. Aggiustare i corretti dosaggi e comprendere i tempi di risposta dei vari strati della nostra pelle a specifiche concentrazioni “è una vera e propria responsabilità sociale” prima ancora che un lavoro come gli altri. “E dunque poco importa se il mio futuro sarà in un laboratorio universitario o privato: per quanto mi riguarda, l’importante è ottenere la stabilità lavorativa indispensabile per condurre le ricerche in maniera professionale e con alti standard qualitativi”. Idee chiare e concrete per queste scienziate under 30.

Trent’anni di storia

Se si parla di alti standard qualitativi e di creazione del sapere, l’Italia è in prima fila. Lo dimostra la storia della Scuola di Cosmetologia dell’Università di Ferrara (l’istituto premiato insieme a Senatore e Catalano da Unipro), il fiore all’occhiello della formazione europea. Nel 2010 compie trent’anni esatti. A fondarla fu il professor Mario Guarneri, “il mio maestro: un’anima divisa che voleva fondere due mondi, l’arte e la scienza; la cosmesi è sì questione di sensibilità estetica, ma per congegnare i prodotti servono doti e competenze scientifiche” racconta oggi il direttore del master di secondo livello, Stefano Manfredini. “La nostra è la prima scuola post laurea in cosmetologia fondata non soltanto in Italia, bensì in tutto il mondo”.

Tradizione e innovazione. D’altronde Ferrara, in fatto di cosmesi, può vantare un retaggio inestimabile. “Ai tempi degli Estensi le donne portavano in dote i cosiddetti ‘secreti’, veri e propri brevetti, ricette di bellezza e cura del corpo. La stessa Lucrezia Borgia, passata ingiustamente alla storia come un’avvelenatrice, in realtà utilizzava piante e fiori del suo giardino per confezionare pozioni dalle finalità estetiche”. Gli uomini si occupavano della guerra e le donne intrattenevano relazioni, facevano politica. “Una donna capace di vincere i segni del tempo sulla propria bellezza era una donna potente. Le più sorprendenti farmacopee del mondo sono state scritte qui a Ferrara, dal medioevo fino al novecento. Volumi che sono arrivati fino a noi”. Insomma, il terreno ideale per fondare una scuola cosmetologica capace di produrre Sapere.

Un futuro d’eccellenza

E tuttavia, produrre know how non basta. Tocca saperlo distribuire, mettere in contatto i due mondi dell’Accademia e dell’Impresa. “E’ precisamente il nostro intento”, continua Manfredini. “Più della metà dei docenti del master proviene dalle aziende cosmetiche. Così i nostri studenti hanno l’occasione di conoscersi tra loro, certo, ma anche tessere fin da subito una rete di rapporti professionali proprio con i direttori dei laboratori e del marketing delle aziende dove, dopo i due anni di master, andranno a lavorare”. Il meccanismo sembra funzionare alla perfezione, se è vero che “dalle aziende ricevo molte più richieste di giovani professionisti formati qui a Ferrara di quanti ne abbia da offrire”. Insomma, ognuno dei 25 studenti che ogni anno vengono selezionati per il master ha già un posto di lavoro ad attenderlo. In certi casi si tratta di persone che già lavorano, inviate al master dalle imprese per ottenere una formazione professionale di prim’ordine.

Nei suoi trent’anni di vita, “la Scuola ha imbastito, insieme al costante lavoro dietro le quinte di Unipro, un sistema efficientissimo di interfaccia tra il luogo di creazione del know how e il tessuto produttivo nazionale. I nostri studenti vengono inseriti grazie agli stage e al termine dei due anni di corso affrontano un progetto finale seguendo ogni aspetto: dal concept del prodotto cosmetico alla parte di sviluppo, packaging e comunicazione. E mi creda, hanno delle idée, questi ragazzi”. Sotto tutoraggio hanno poi accesso alle facilities dell’università quali il Centro Cosmetologico, “che fa da service per il testing cosmetico a più di metà delle aziende italiane”. Niente male davvero, considerando che non si tratta di una scuola privata, ma pubblica: il costo del master è infatti contenuto, attorno ai 2500 euro all’anno.

E per il futuro? “Siamo in lizza per entrare nel circuito IUSS di Alta Formazione Nazionale, che include il meglio del mondo accademico. Uno dei criteri di ammissione è l’internazionalità. Ebbene, teniamo lezioni in italiano, spagnolo e inglese, abbiamo sia studenti che docenti stranieri. Ma siamo realmente internazionali? Non ancora. Non finchè non avremo una rete di istituti gemelli sparsi per il mondo. E’ ciò che stiamo costruendo”.

Il primo master “gemello” è stato appena inaugurato a Quito, in Ecuador. E il progetto per l’apertura di un master a Curitiba, Brasile, è già avviato. “E’ cruciale coinvolgere un numero sempre maggiore di università nei paesi emergenti, perché sono le aree in cui la formazione qualificata è maggiormente richiesta e il mercato cosmetico è più promettente. In un mondo globalizzato, la formazione professionale deve evolversi in chiave internazionale”. Insomma, il know how cosmetologico italiano va alla conquista del mondo.