I dentifrici non hanno nulla a che fare con la distruzione delle cave di marmo pregiato di Carrara.

In riferimento al servizio andato in onda nel corso del TG1 RAI delle 20,00 del 1 ottobre scorso ed alle riprese di altri mezzi di comunicazione nei quali si accusa l’industria cosmetica dei dentifrici di essere tra i principali responsabili della “selvaggia escavazione delle Alpi Apuane” per la produzione di carbonato di calcio, vogliamo rassicurare i consumatori che questa accusa è priva di ogni fondamento.

A dimostrazione di questo, infatti, occorre tenere conto delle seguenti informazioni:

  • La quantità di calcio carbonato impiegato nei dentifrici venduti in Italia in un anno è pari soltanto a circa 1.500 tonnellate.
  • I quantitativi di marmo estratti ogni anno dalle cave delle Alpi Apuane sono pari a 5 milioni di tonnellate, così come riportato dai mezzi di comunicazione. Anche assumendo che tutto il carbonato di calcio usato nei dentifrici provenga da questa stessa fonte (scenario più pessimistico ma sicuramente non realistico), la quantità di calcio carbonato prodotto ed impiegato per scopi cosmetici è pari a circa lo 0,03% del totale di marmo estratto ogni anno.
    Nella realtà questo dato è sicuramente sovrastimato poiché il carbonato di calcio utilizzato per i dentifrici destinati al mercato italiano proviene anche da altri Paesi, come gli Stati Uniti, in una percentuale che varia di anno in anno secondo dinamiche di mercato.
  • La grande maggioranza (più del 90%) dei dentifrici oggi sul mercato non contengono calcio carbonato come sostanza abrasiva per la pulizia dei denti.

In conclusione, possiamo quindi affermare che l’accusa ai dentifrici di causare la “selvaggia distruzione delle cave di marmo” nelle Alpi Apuane non ha fondamento ed ha impropriamente coinvolto una categoria di prodotti che nulla ha a che fare con il reale problema della sostenibilità ambientale delle attività di escavazione nelle famose cave di marmo del carrarese.