L’articolo pone un interessante e attuale interrogativo sui protocolli sperimentali per la valutazione dei possibili rischi per l’uomo da inquinanti ambientali.

Alcune delle recenti disposizioni regolatorie europee  hanno posto l’accento sul potenziale rischio derivante dalla presenza ambientale di endocrine disrupters (ED), cioé sostanze in grado di danneggiare il sistema endocrino. Ci sono tuttavia opinioni diverse su come valutare il rischio legato all’esposizione a tali sostanze. Si tratta infatti di molecole in grado di  modulare l’attività ormonale in modo reversibile o di causare danni irreversibili.

Il presente articolo  cerca di discutere sul fatto che una perturbazione della normale omeostasi endocrina  può non essere un effetto avverso, poiché il sistema endocrino è naturalmente dinamico e la risposta a vari stimoli fa parte della sua attività fisiologica ed è modulata secondo una curva dose-risposta. L’impatto degli EDs può essere valutato usando un approccio definito: peso dell’evidenza (weight-of-evidence WoE).  Se una sostanza chimica può essere definita ED in esperimenti su animali, deve essere necessario valutarne l’importanza della risposta nell’uomo. Tuttavia non è giustificato un approccio alla valutazione del rischio senza  opportuni criteri per effettuare un sondaggio scientifico

A plea for risk assessment of endocrine disrupting chemicals

E. Testai , C.L. Galli , W. Dekant, M. Marinovich , A.H.Piersma , R.M. Sharpe
Istituto Superiore di Sanità, Department of Environment and Primary Prevention, Mechanisms of Toxicity Unit,  Rome, Italy. University of Milan, Department of Pharmacological and Biomolecular Sciences, Faculty of Pharmaceutical Sciences, Milan, Italy
Toxicology 11- 314(1) pag 51-59. 2013
doi: 10.1016/j.tox.2013.07.018.
Keywords: Sostanze attive sul sistema endocrino (EASs), distruttori del sistema endocrino  (EDs), Esposizione, Monotonic dose–risposta, Decisioni regolatorie, Regulatory decisions, Valutazione del rischio